
La convivenza
Sono contornata da amiche che (facendo un climax)…convivono, sono sposate, aspettano/hanno figli.
Io non ne prendo nemmeno una…anzi si solo la prima. Convivo, ma con un’amica. Si ormai amica.
Amo la mia coinquilina: siamo straordinariamente diverse, ma su quei due, forse tre, dai anche 4 punti o meglio ponti che ci uniscono passa una complicità straordinaria. Il mix tra le nostre sintonie e assolute non conformità ci rende un quadretto degno di esposizione.
Lei straluna gli occhi quando con la neve e la pioggia mi infilo le scarpe da ginnastica e vado a scrollarmi di tosso le tensioni e a liberarmi la testa. Mi guarda incredula quando scelgo la bici come mezzo della giornata e ….della sera con i tacchi.
Ma poi succede che questo fine settimana, con un doppietta tra il sabato e la domenica, lei sceglie di muoversi in bici.
Torna a casa il sabato ed è entusiasta, un entusiasmo contagiante (il suo, che io adoro) e talmente ricco di energia che le permette di girare per mezza giornata con la ruota a terra, perché rotta. Allora domenica al suo desiderio di riaffrontare la città in bici le offro la mia Ros, ferma da un po’ per miei vari dolori e doloretti.
Le do pompetta e kit d’ illuminazione e via. Io rimango a casa, costretta ad un riposo obbligato, ma ben goduto e lei….adesso è fuori e fuori c’è una gran pioggia, un vento che continua a spalancare le finestre, insomma è bufera e lei è in giro con Ros.
Pausa…pausa…pausa….pausa… Porta di casa…è tornata. Pioggia e vento non l’hanno scoraggiata.
Miracolo della bici…e anche un po’ di Ros.
G.